Quali sono le caratteristiche del repertorio più adatto per le cerimonie funebri.
Accettare la realtà della morte è sempre difficile. Il vuoto improvviso, l’assenza e la mancanza affettiva spalanca le porte al silenzio. Durante la celebrazione esequiale questo silenzio viene affrontato e colmato grazie ad un accompagnamento musicale che scandisce i vari momenti liturgici e infonde serenità nei cuori di chi ha perso una persona cara.
Per questo, nei secoli, dalla sensibilità di grandi musicisti sono nate musiche bellissime, con l’intenzione di dare conforto e comunicare la gioia del passaggio a una vita nuova.
Ecco, quindi, che la musica durante un funerale non è mai triste, ma è intima ed essenziale come una preghiera.
Il repertorio più adatto da eseguire durate una cerimonia di commiato è un repertorio che scelga accuratamente i tempi e si adatti ai vari momenti della cerimonia stessa: che si tratti di rito religioso o laico, è opportuno rispettare il susseguirsi della ritualità.
All’inizio, quindi, va bene scegliere brani più lunghi che accompagneranno i primi momenti di raccolta dei fedeli e dei parenti che si avvicinano al luogo di celebrazione del rito.
Nel cuore della cerimonia, invece, è bene scegliere brani più corti che fungano da collante fra le varie parti, soprattutto nel caso di rito religioso.
Al termine, è di nuovo possibile “allungare” in modo tale da rispettare i tempi di commiato tra la famiglia del defunto e gli altri partecipanti.
È possibile che la sola musica strumentale non si riveli sufficiente a rappresentare la profondità teologica dei vari momenti della liturgia, pertanto è consigliabile rompere il silenzio emotivo con la voce lirica, preferibilmente femminile, o con le note di un violino, il cui suono celestiale fa perfettamente da tramite tra questo mondo e l’ultraterreno. I brani, accuratamente scelti e concordati con il Sacerdote celebrante, avranno il compito di comunicare a chi resta la forza della fede nella vittoria di Cristo sulla morte corporale e sul peccato. I compositori Bach, Mozart, Schubert, Verdi, a questo scopo, ci hanno regalato brani fautori di grande speranza in grado di addolcire le tristi ore di ogni addio.
Articolo scritto con il prezioso contributo di Paolo Santarelli, organista, musicologo e buon amico.